Realizzata da una ventina di studenti degli indirizzi in Grafica e Arti figurative, la mostra presenta una decina di opere stampate su pannelli forex e tre tele dipinte in acrilico. I volti di Francesca Morvillo, dei poliziotti caduti in servizio e del beato Rosario Livatino – il “giudice ragazzino” – emergono con forza espressiva, testimoniando un percorso di consapevolezza civile e impegno contro la mafia.

L’arte come strumento di educazione alla legalità

Non è solo una mostra: è il frutto di un progetto educativo che intreccia memoria, legalità e arte. Come ha spiegato la dirigente scolastica Graziella Bonomo, l’iniziativa nasce all’interno dell’insegnamento di educazione civica e punta a formare “cittadini liberi, consapevoli e capaci di analisi critica”, in linea con l’insegnamento di Paolo Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”.